Il consolidamento dei debiti. In tempi difficili come quelli che stiamo vivendo siamo tutti a caccia di soluzioni.
Andiamo a fare la spesa e ci rendiamo facilmente conto che con 50 euro portiamo a casa due buste della spesa e non più tre. Controlliamo il conto corrente e troviamo addebiti per luce e gas ormai raddoppiati rispetto a qualche mese fa. I nostri figli studiano all’università e anche qui i costi lievitano, ma questi sono investimenti che non possiamo interrompere in alcun modo! Insomma, vogliamo fare economia a tutti i costi, ma abbiamo assunto degli impegni di vita che non si possono toccare.
A quel punto vediamo un’unica soluzione: tagliare le nostre uscite mensili a favore di banche e finanziarie. Abbiamo un mutuo molto oneroso per l’acquisto della casa, un finanziamento contratto per acquistare la seconda auto e altre rate piccole e grandi per quella liquidità che ci occorreva per la festa di 18 anni di nostro figlio o per l’acquisto di quei mobili che andavano proprio cambiati. 1.000 euro mensili di rate sono veramente insostenibili, la sofferenza pervade le giornate, ci fa perdere il sorriso.
Quella appena descritta è la scomoda posizione in cui oggi versano più di due milioni di famiglie italiane schiacciate dal peso di un’inflazione che mette a dura prova la resistenza di tutti, anche di chi può contare su un solido stipendio statale.
COSA FARE PER USCIRE DA QUESTO TUNNEL?
Sui canali social troviamo mille inviti al consolidamento dei debiti. Questa sembra essere diventata la soluzione definitiva ad ogni problema economico di una famiglia. Ma in cosa consiste il consolidamento dei debiti? In pratica la finanziaria (o la banca) liquida tutti i finanziamenti in corso diventando l’unico creditore, quindi avremo un unico interlocutore rilevando tutti i nostri debiti, ci permette di pagare con una rata inferiore alla somma di tutte le rate che pagavamo prima. Sembra tutto perfetto. Ci chiediamo: “Perché non ci ho pensato prima?”.
Ma andiamo a guardare i numeri e cerchiamo di comprendere i costi connessi a tali operazioni.
Prendiamo ad esempio il caso di Francesco, un impiegato statale di circa 50 anni del quale abbiamo curato gli interessi nelle scorse settimane. La sua posizione debitoria era costituita da un finanziamento Agos Ducato con un residuo di 25.000 euro circa per il quale pagava una rata di 380 euro. Un secondo finanziamento in corso era quello con Compass Banca relativo all’acquisto di un’auto: la rata mensile era di € 330, il debito residuo ammontava a 15.000 euro. L’indebitamento familiare era poi complicato dall’esistenza di due carte di credito revolving: per entrambe Francesco pagava circa 150 euro mensili e per entrambe il debito residuo raggiungeva i 5.000 euro.
In conclusione Francesco si è trovato a fronteggiare un debito complessivo di € 50.000 dal quale scaturiva un impegno mensile di circa 1.050 euro. Si tratta quindi di un impegno economico insostenibile per un dipendente dello stato. Per la cronaca, interfacciandoci con le finanziarie siamo riusciti in circa 90 giorni a ridurre la massa debitoria di circa 13.000 euro e di ridurre l’impegno mensile di Francesco a circa 430 euro, meno del 50% di quanto pagava prima. Ma non è su tale aspetto che dobbiamo concentrarci in questo momento.
Prima di rivolgersi a noi Francesco ha pensato di ricorrere al consolidamento dei debiti.
Dopo aver ricevuto qualche rifiuto, sono stati formulati dei preventivi che apparivano allettanti: chiudendo anticipatamente i debiti c’era la possibilità di vedersi stornare degli interessi, quindi l’importo necessario per chiudere tutte le posizioni debitorie era di € 40.000,00: benissimo! L’importo mensile da pagare? Unicredit proponeva una rata mensile da 502 euro per 10 anni, Findomestic e Sella per la stessa durata di tempo chiedevano una rata mensile da 528 euro. Obiettivo raggiunto! Importo dovuto ridotto, rata dimezzata, torna la serenità!
VERO. MA ANDIAMO AD ANALIZZARE I DATI. É IMPORTANTE!
Da anni ripeto a tutti: quando vi recate in una banca per sottoscrivere un contratto di finanziamento portate con voi una calcolatrice!
Nel caso specifico Francesco ha moltiplicato la rata propostagli da Unicredit (€ 502) per 120 (il numero delle rate da pagare): il totale dava 60.000 euro circa. A fronte dell’erogato di € 40.000 gli venivano chiesti 20.000 euro di interessi per un Taeg del 9,15%.
E Sella e Findomestic? Sempre a fronte di un erogato di 40.000 euro la somma da restituire in 10 anni superava i 63.000 euro per un Taeg superiore al 10%. Qui gli interessi ammontano a € 23.000. Qui non intendiamo mettere in discussione la correttezza dell’operato di banche e finanziarie, invitiamo unicamente le persone a riflettere sull’opportunità e sulle strade da seguire per superare una condizione di sovraindebitamento.